Di Antonetta Del Prete | 8 Novembre 2023
Una delle più grandi tradizioni italiane è il caffè napoletano. Purtroppo però arriva la bocciatura da Gambero Rosso: ecco perché.
Il consumo di caffè al bar va oltre una semplice abitudine per gli italiani, diventando una vera e propria tradizione. Tra le città italiane, Napoli emerge come la capitale indiscussa di questo culto del caffè. Nel cuore della Campania, la tradizione del caffè affonda le radici in epoche antiche, e anche i visitatori dedicano sempre uno spazio al caffè nella città partenopea. Purtroppo pare che il famoso caffè napoletano non sarebbe poi così buono: la famosa canzone che dice “Ah, che bellu cafè, sulo a Napule ‘o sanno fa” non si può più applicare secondo Gambero Rosso.
Napoli è spesso soprannominata “la città del caffè”, poiché il caffè con il bicchiere d’acqua al bar rappresenta un’istituzione a tutti gli effetti, in linea con le tradizioni della pizza e della pasta. Il caffè non è relegato solo alle prime ore del mattino, ma è un momento di socialità che si prolunga durante l’intera giornata.
A testimonianza dell’importanza attribuita dai napoletani al caffè, persiste nel tempo la pratica del “caffè sospeso”, una consuetudine che si dice abbia avuto origine durante gli anni più difficili della Seconda Guerra Mondiale. In quei tempi, le persone che potevano permetterselo entravano nei bar e acquistavano due caffè: uno da consumare e l’altro da lasciare pagato per chi non poteva permetterselo. Tuttavia, sorge la domanda: perché il Gambero Rosso ritiene che il caffè napoletano non sia più all’altezza della sua fama?
La critica di Gambero Rosso sul caffè napoletano: cosa succede
Pariamo dalla storia del caffè. A Napoli il caffè si è diffuso nel XVIII secolo grazie a Maria Carolina D’Asburgo Lorena, figlia di Maria Teresa d’Austria. Maria Carolina era la moglie del re Ferdinando IV di Borbone e portò a Napoli una bevanda già diffusa alla corte di Vienna: il caffè. E inoltre sembra che la stessa Maria Carolina abbia introdotto la tradizione del caffè e cornetto.
Man mano poi quest’arte si è affinata sempre più e ancora oggi Napoli è una delle città dove il caffè costa di meno. Ma quali sono le regole per preparare un caffè alla perfezione? Sono sette e ora le vedremo in particolare. Prima di tutto il tipo di miscela, ma anche la temperatura della tazzina calda e l’acqua che viene utilizzata. Ed ancora influiscono il tempo di realizzazione e il colore del caffè. Anche il clima influisce sulla macinazione dei chicchi e quindi sul gusto. E infine, il caffè va sempre servito con il bicchiere d’acqua.
A quanto pare, però, per Gambero Rosso la qualità del caffè napoletano è molto bassa. Sembra che il caffè servito dai bar sia quasi sempre bruciato e realizzato con chicchi di bassa qualità. Gambero Rosso scrive: “Il mito che si è creato attorno alla tazzulella, la liturgia dell’espresso al bar, è divertente, ma la cultura del caffè è tutt’altra faccenda.” Sembra che non si salvino nemmeno le caffetterie storiche, belle solo a vedersi ma che servono un caffè altrettanto mediocre. Del caffè napoletano resterebbe soltanto una nomea dovuta alla storia, non degna della qualità del caffè che si offre.
Insomma, una bella batosta per i napoletani che ci tengono tantissimo alle tradizioni!
Parole di Antonetta Del Prete
Antonetta Del Prete lavoro per Web365 da settembre 2023. Ho 33 anni e vivo in Provincia di Napoli. Sono una laureanda in lingue e culture straniere in quanto iscritta all'università degli studi di Salerno. Ho una grande passione per la letteratura in generale e mi piace molto leggere libri di vario genere dalla letteratura classica ai generi più moderni e guardare serie TV. Mi piace anche tantissimo scrivere e tenermi sempre aggiornata su ciò che accade attorno a me.